Andromeda e la notte

Prima edizione

Dati di base

Prima edizione Rizzoli, febbraio 1990. Pagine 239. Copertina rigida con sovra coperta. In copertina: illustrazione di Mario Saroldi. ISBN 88-17-66620-3. Finalista premio Strega 1990.

Quarta di copertina

Ha ancora senso scrivere un libro perché si sente l’insopprimibile e irresistibile desiderio di farlo? I libri vengono letti da chi ne decide la pubblicazione? Leggere, perdersi nelle pagine degli scrittori che si amano, arricchisce la nostra vita oppure contribuisce a insterilirla, a trasformarla in una sorta di allucinazione che ci rende spesso incapaci di agire? Ecco alcuni dei grandi temi che attraversano le pagine di questo romanzo con il quale Giampaolo Rugarli ci introduce nel mondo cinico e nevrotico delle case editrici.

C’è un direttore editoriale melomane che dirige orchestre invisibili e che ha un solo obbietivo: vendere, costi quello che costi. C’è una presunta autrice di best-seller, chiassosa e invadente, che ama i dolci e le figurine Liebig, e che, a quanto si dice, sta scrivendo il libro del secolo. C’è un autore esordiente, raffinato e schivo, che ha scritto un romanzo dolce e disperato che potrebbe riscattare una vita di umiliazioni. C’è un critico letterario arruffone e petulante, disposto, per denaro, a scrivere tutto e il contrario di tutto. C’è un funzionario editoriale che scopre all’improvviso che scrivere è il contrario di esistere e che decide che è giunto il momento di smettere di leggere per cominciare finalmente a vivere. E c’è anche una dedica sussurrata a Audrey Hepburn, simbolo di una bellezza purissima e irraggiungibile e che proprio per questo non potrà mai macchiarsi delle umane volgarità. E poi ci sono storie, tante storie: ridicole, tragiche, comiche, meschine, crudeli, pietose. Ci sono due libri, ma il migliore sarà sacrificato al peggiore; ci sono due amori vissuti nel riserbo, nel rimorso e nel rimpianto; c’è un mondo di epifanie ora grottesche, ora dolcissime, ora sorridenti, ora disperate, ora maliziosamente irriverenti.

Un romanzo insolito, che avvince per la facilità e la felicità dell’invenzione; per la scrittura capace di mille sfumature e di rappresentare con una maestria che lascia stupiti situazioni che variano dal comico al tragico, alla farsa più sfrenata; per la profonda e sottile analisi della psicologia e dei sentimenti. Un grande romanzo che conferma Giampaolo Rugarli come uno dei più interessanti scrittori contemporanei.

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