Il punto di vista del mostro

Prima edizione

Dati di base

Prima edizione Mondadori, febbraio 1991. Pagine 239. Copertina rigida con sovra coperta. In sovracoperta Heinrich Füssli, Titania e Bottom con la testa d’asino (particolare), Zurigo Kunsthaus. ISBN 88-04-34408-3.

Premio Chiara 1992.

Quarta di copertina

Nove racconti lunghi, forse nove romanzi brevi, una raccolta omogenea, una tematica scandalosa o curiosa. Il titolo dice tutto: spaziando tra esibizionismo, incesto, impotenza, ninfomania, coprofagia, magia nera, sadismo e quant’altro, qui si narrano storie scellerate, dal punto di vista del mostro.

Ma chi sono i mostri di Rugarli? Vanno ascritti a puntigliose tassonomie d’ascendenza lombrosiana – sono mostri nati – o sono piuttosto il risultato di una perversa selezione prodotta dalla sempre colpevolissima società? Beh, andiamoci piano. Questi mostri sono spesso creature insospettabili, addirittura tenere e sprovvedute; sono dei malintesi e dei paradossi viventi; gente che nella devianza, nell’abiezione, nel crimine può cascarci per caso – per un impercettibile scarto esistenziale, o per forza d’abitudine – ma anche per scelta: per collera, magari, o per ripicca. Per gioco. Gente di tutti i giorni, raccontata in punta di penna, senza concessioni alla volgarità (e fa impressione il contrasto tra il potenziale esplosivo dei materiali di narrazione e la compostezza del linguaggio).

Storie scellerate vengono dalla pianura vercellese come dalle lande alpestri della Basilicata, perché a qualsiasi latitudine “l’orrendo e il disgustoso sprigionano non so che fascino sinistro”, come afferma un personaggio del racconto “Sadismo”. Con questo libro acuto e coraggioso, di esilarante terribilità, Rugarli ha spinto all’estremo forse più ardito il suo gusto per il grottesco all’interno di una straordinaria vocazione. Osservatore attento degli uomini, con la sua vita allenata a indovinarne le défaillances più clamorose occultate sotto strati di manierismi sociali o, meglio ancora, tribali, gli è bastato scendere un poco al di sotto della superficie delle ferite per scorgere il fondo dell’abisso e precipitarvi con atto di delizioso imperio le vittime designate.

Ne è nato questo romanzo in nove episodi, testimonianza di uno stile tra i più originali di questi anni. Una testimonianza di umanità atroci, di solitudini estreme, di insostenibili fallimenti, esplorati con lo sguardo beffardo di sempre, capace di eccitare brividi di paura e accessi di riso. Tanto che alla fine, specialmente col racconto che dà il titolo alla raccolta e con quello che lo precede (“Metempsicosi”), due distillati di letteratissime essenze, il lettore non può che pervenire alla conclusione implicita quanto angosciosa: quel punto di vista non è affatto eccezionale, ma, rimosso, smorzato o mimetizzato, è doloroso retaggio dell’umanità. Esistono gli uomini e non i mostri, o se si preferisce, tutti gli uomini sono dei mostri; ma forse il solo mostro, sia pur di bravura, è Rugarli.

Seconda edizione

Dati fondamentali

Seconda edizione tascabili Marsilio, 2000. Pagine 238. Brossura. La origine della copertina non è dichiarata. ISBN 88-317-7403-4.

Quarta di copertina

“L’elemento comico si fa dominante nel godibilissimo libro di Rugarli. I suoi mostri sono in realtà dei poveracci, dei falliti e dei disadattati spinti a situazioni esilaranti, più che dal loro pervertimento, dalla goffaggine o da un destino giocherellone”. Cesare Segre.

“I racconti sono la straordinaria, effervescente riprova della ricchezza inventiva di Rugarli”. Cesare De Michelis.

Scheda del curatore

Trame

Estratti

Recensioni

Fatti notevoli

Reperibilità

https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/3177403/il-punto-di-vista-del-mostro

Impressioni