La troga

Prima edizione

Dati di base

Prima edizione Adelphi, Fabula numero 20, febbraio 1988. Pagine 248. Brossura. In copertina, Carel Willink, Simeone lo stilita, 1939. Finalista premio Bergamo.

‘Troga’, dal greco ‘trogo’, rodo, rosicchio.

Quarta di copertina

“Siamo spiati tutti, incombe su tutti un disastro. E perché? Perché alla radice di tutto c’è la troga”. Queste parole dice una vecchia signora al commissario di polizia Pantieri. Siamo a Roma, in un’epoca imprecisata che assomiglia molto al nostro passato recente. Entro poche ore, lo stesso Pantieri sente persone assai diverse cadere nello stesso apparente lapsus: dicono “troga” invece di “droga”. Ma, come ogni bravo investigatore, Pantieri pensa che il lapsus sia un passo verso la verità. Che cosa sarà, allora, questa “troga”?

Comincia qui a tessersi, fin dalle prime righe, una trama delle più stupefacenti, complesse e oltraggiose. Vi incontreremo sètte devote al Male, feroci delitti, banchieri, politici corrotti, terroristi, ragazze di vita: in breve, la cosiddetta normalità italiana. Qui tutto sembra troppo assurdo al suo primo apparire, ma tutto finisce poi per trovare il suo posto nella delirante e precisissima costruzione. Nel commissario Pantieri sarà facile intravedere un omaggio all’Ingravallo del Pasticciaccio di Gadda. Meno evidente, ma non meno significativo, l’omaggio a John Belushi. Di fatto, la qualità ‘demenziale’ della realtà, che sembra essere una acquisizione peculiare degli anni Settanta e Ottanta, parla qui con naturalezza in una struttura narrativa dove tutto è al tempo stesso tragico e irrisorio, tenebroso e pacchiano, esasperato e plausibile. Finalmente l’Italia torbida, grottesca e sanguinaria dell’affare Moro, dell’inflazione, dei servizi segreti e della massoneria ha trovato il suo romanziere.

Scheda del curatore

Trama

Estratti

Recensioni

Fatti notevoli

Reperibilità

https://www.adelphi.it/libro/9788845931567

Impressioni

Altro

Questa dedica del libro al figlio Paolo, datata 13 marzo 1988, è particolarmente significativa, dato che Rugarli aveva sempre sottolineato l’importanza della creatività e della fantasia, a dispetto delle analisi apparentemente più rigorose perché ancorate al dato “oggettivo”. Nella opera di Rugarli, la fantasia gioca un ruolo determinante e viene ad essere uno strumento di conoscenza di importanza fondamentale.

Qui l’autore, nel dedicare il libro al figlio, sottolinea nuovamente l’importanza di questo modo di vedere le cose, citando direttamente il suo stesso testo.

“… tutto il caos che si andava sbandando per il mondo non corrispondeva a una ribellione della fantasia?” (pag. 245).